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FUORI DALLE MURA

A Bologna si è soliti indicare il centro città con l’espressione “Entro le mura” nonostante queste mura siano state abbattute all’inizio del secolo scorso per lasciare spazio ai viali di circonvallazione che attualmente dividono il centro dal resto della città. Fuori dalle mura, infatti, si estende un’ampia area urbanizzata che non fa parte degli itinerari turistici convenzionali, ma che conserva una sua storia e un suo peso specifico all’interno del contesto cittadino.

Si tratta della periferia, quella zona ai margini della città fortemente interessata dalle trasformazioni urbanistiche che investono il paesaggio, protagonista di un processo di cementificazione in cui la superficie coltivabile presente fuori dalle mura di Bologna è stata rimpiazzata da una grande mole di costruzioni, per lo più insediamenti abitativi, commerciali e industriali.

Talvolta questi diversi tipi di strutture convivono tra di loro all’interno dello stesso quartiere e sono intervallate dalle uniche aree verdi rimaste, ovvero parchi urbani e prati dissestati che costituiscono il polmone artificiale della periferia. È il caso della Bolognina, protagonista indiscussa di un processo di imbellettamento sempre più invasivo che alimenta la costruzione di grandi palazzi nel bel mezzo di una natura finta e accessoria. Altre volte le strutture residenziali sono poste a stretto contatto con le aree ex-industriali, le cui fabbriche sono abbandonate e inquinate da rifiuti pesanti: l’intero quartiere Navile, ad esempio, è costellato di strutture di questo tipo, oppure lo storico quartiere del Pilastro Vecchio, che rappresenta la parte più remota dell’urbanizzazione bolognese, ancora in crescita costante.

All’interno di questo scenario qualcuno si muove, una componente umana continua a respirare nonostante appaia sempre più piccola e alienata rispetto al contesto circostante. Qualcuno popola questi quartieri con resistenza e creatività, mettendo in pratica svariate forme di produzione del basso che sopperiscono alle carenze istituzionali.

La street art e il writing rappresentano la manifestazione metaforica del passaggio dell’uomo e la sua rivendicazione di uno spazio che non sia solo inquinamento e speculazione, ma che offra una possibilità di riscatto e di libera espressione.

In queste fotografie il paesaggio si racconta da sé, in quanto protagonista di un processo di trasformazione iniziato tempo fa e ancora in continua evoluzione.

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